19.6.10

19 uscita 50 anni festeggiati in bici a San Giorgio






12 giugno 2010
Verona Lugo Orsara Lughezzano Bosco San Giorgio Bosco Cerro Pigozzo Verona
82 KM 1600 dislivello.

Oggi è un giorno particolare perchè il vecchio GBX scollina i 50 anni proprio oggi e corre verso i 100 salendo i 1590 m del passo Branchetto assieme al guru e al rinato cavallo pazzo alias Greg.
Fino all'ultimo pensiamo di essere solo io e Greg ma poi appare il guru che nei momenti importanti c'è: come il sole a ferragosto, la neve allo Stelvio, il papa a roma, Berlusca al governo, l'arena in piazza Bra, le bollette nella cassetta della posta....una certezza!
ORIGINALE! è il grido di battaglia del terzetto che ancora non è riuscito a fare un uscita in quattro nonostante bici nuova e inviti ripetuti: dai marchigiano, datti una mossa e vien MIT UNS per dirtela in tedesco!
Strade basse e gruppo compatto. A Lugo giriamo a destra per Corrubbio e dopo alcuni tornanti imbocchiamo la strada per Orsara, posto di cui abbiamo già avuto modo di dire che sembra abbandonato da Dio e dagli uomini ma non da alcuni grossi camion che portano ghiaia e ci stringono a monte della strada. La strada è larga e in molti tratti è all'ombra, ideale oggi che il sole picchia com'è giusto che sia a metà giugno. La nostra soddisfazione è di aver insegnato al guru una strada che non conosceva e per un ciclista maturo come lui la lessinia non ha quasi più segreti, a parte l'est veronese.
I giovani vanno avanti ma poi li trovo fermi all'ombra per motivi idraulici e gli chiedo se fanno i marchigiani! Arriviamo a Lughezzano e già le borracce scarseggiano e qui il colpo di genio o "de mato": il vecchio GBX suona alla casetta di biancaneve per chiedere un po' d'acqua...appare la siora Fiorella che assomiglia più alla strega che a Biancaneve visto i pochi denti davanti e l'età che quasi arriva agli ottanta. E' un incontro insolito e divertente che oltre alle borracce ci riempie di buonumore. Si riperte per la strada vecchia per Bosco che pensiamo la più ombrosa e io vedo allontanarsi i due giovanotti...l'appuntamento è in piazza a Bosco e ognuno arriva col suo passo.
La strada è lunga, l'asfalto non è il massimo ma l'entrare e uscire dal bosco rende piacevole salire verso la perla della lessinia.
A Bosco trovo i due personaggi già piazzati al bar dal Campe, uno dei pochi bar dove puoi leggere tre quattro quotidiani tra cui il corriere: non so se mi spiego. Panini coca con ghiaccio e quattro chiacchiere sui tavolini in piazza e la discussione dove andare e dove mangiare. una telefonata Velo e apprendiamo che sior Giovanni, cognato del regista della Lessinia, ma soprattutto cuoco del rist 13 Comuni è in ferie. Dopo un attimo di smarrimento il guru propone di pranzare a Valdiporro dove ha già sperimentato e vale un cinquantesimo! Ma il problema è: saliamo o no a San Giorgio? Il momento è catartico, io tiro indietro, il greg non vuole penalizzarmi ma è il guru, come un vecchio segretario di partito, che detta la linea: ORIGINALE!
La strada per san giorgio è deserta e le auto si contano sulle dita di una mano. si sale e il paesaggio si fa più bello, ampio e "montagnoso". I giovinastri partono forte e non li vedo più. io salgo del mio e sento che devo festeggiarmi, non sono ancora un ciclista da pissarotta, e allora pedalo convinto ma senza particolare fatica. Quasi alla cima mi vengono incontro i due giannizzeri e mi scortano fino al passo del Branchetto per la foto ufficiale. Guardo giù la conca di san giorgio e "no ghe un can" e poi giù in picchiata verso "l'albio". Scendo senza mantellina e mi godo il bel fresco della discesa, ho la maglia dello Stelvio, non potevo fallire. Questa salita è una piccola rivinciata dopo il Grappa e il Manghen ma nello stesso tempo so che non è la stessa cosa: al manghen ogni 10 km si saliva di 1000 m mentre qui da Bosco a San Giorgio in 10 km si sale di 500 m!
Dopo il Griez giriamo a sinistra per Valdiporro senza arrivare a Bosco e scendiamo una stradina che sbuca dietro alla chiesa con gli ultimi metri in acciotolato (il greg scende per non rovinare freccia nera). Porca vacca! il ristorantino nella piazzetta è chiuso e sono quasi le 14. "Sa femo?"
Torniamo su a Bosco in velocità e subito entriamo dal Lenci che ci accogliee a braccia aperte: se magna!...e se beve!
Cazzeggiamo per alcune ore, i 50 non arrivano tutti i giorni e quando si può festgeggiare è meglio farlo perchè "del doman non v'è certezza" dicceva il poeta ma per me anche "de stasera non v'è certezza!" Il tempo di ritorno per qualcuno è già scaduto e bisogna scendere: direttissima!
Ma a Cerro decidiamo che bisogna farla giusta e giriamo per Roverè e poi imbocchiamo la pissarotta, mitica strada "incazza" nella val squaranto che ci porta senza grandi velocità a Pigozzo e poi facciamo i passisti pazzi fino a casa salutando il forte Jhon e il castello di Montorio che silenziosi continuano a vederci partire e tornare.

Foto a cura di Tecno Gurufax
GBX

1 commento:

  1. Branchetto domato sabato scorso, noi siamo saliti da camposilvano. Superato il passo scenario surreale: in valle un nero quasi viola che ci attendeva. Fino a Bosco strada bagnata ma poca pioggia. Da Bosco a Grezzana
    acqua, vento e freddo. che spettacolo!!!

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