11.12.10

40 USCITA: Vai coi Valdo 2




Sabato 11 dicembre 2010
gavagnin . martino b.a. mambrotta zevio perzacco belfiore soave costeggiola cazzano illasi donzellino san briccio s.martino b.a. gavagnin
km 67
ore 3

E chi l'avrebbe mai detto che sarei tornato a correre coi valdesi e invece mai dire mai: dopo la positiva ma umiliante esperienza del lago la team battaglin aveva un programma interessante e allora con il greg, valdese acquisito, abbiamo pensato che tornare a Soave dopo l'alluvione era un bel gesto...

Ma due ostacoli anzi tre si frapponevano tra la programmazione e la realtà: l'abbondante cena della sera prima tra ciclisti, di cui due baldi valdesi, le temperature polari e probabili stop muliebri...ma invece- dopo aver lasciato sul tavolo di casa due quotidiani una rivista e un libro- alle 9 in punto, quasi sotto casa, si parte dal gavagnin e siamo un bel gruppo con due donne minute ma atletiche. Oggi, mi dicono c'è anche il presidente: io sono l'unico infiltrato extra squadra ma i personaggi sono accoglienti e solidali. Siamo in 12 ma io non mi sento un giuda ma un probabile futuro acquisto del team battaglin visto come sono andate le cose.

Il freddo punge ma i vetri delle auto non sono ghiacciati mentre a terra le pozzanghere hanno un velo di ghiaccio. La giornata è splendida e girare in bici sotto la statale 11 per me e il Greg è una novità assoluta. Andadando verso Zevio in mezzo alla campagna si gode una bella vista sui monti pieni di neve ed io cerco anche di guardare avanti per non tamponare i valdesi: oggi la mia strategia sarà di stare nella pancia del gruppo sennò mi perdono e se è vero che poi aspettano non è molto onorevole! In fondo al gruppo il Greg super fashion con alcuni metri di distacco per paura di cadere così deve fare una fatica doppia mentre io scopro la mia vena di ciucciaruote sia in pianura che in salita: ho l'età avanzata che mi salva!

La velocità è sostenuta ma riesco a stare in gruppo e in poco si arriva a Soave dove mi immagino di fermarmi per il caffè e fare qualche foto...niente da fare! Il gruppo tira dritto e sale verso Castelcerino, la strada che avevamo fatto il 30 ottobre in discesa. Rimango indietro e salgo del mio mentre il greg fa la solita scenetta che da ultimo guadagna posizioni e si ritrova solo davanti. Così come in ogni discesa colui che è primo in salita si ritrova sempre ultimo in discesa.

Salendo incrocio un ragazzo che scende con i pattini e mi chiedo come farà a fermarsi ma quando lo riconosco capisco che per un acrobata romeno è un gioco da ragazzi: è incredibile come andando in bici per i nostri monti spesso si incontrano per caso persone conosciute! Al bivio per Costeggiola il gruppo mi attende e nel frattempo vedo che si è aggiunto un valdese sbucato non so da dove. Una discesa ripida e la strada dissestata ci portano a Costeggiola (vedi foto), ameno borgo che non ho mai visto ma di cui avevo sentito parlare solo per alcune cantine casarecce. Stop collettivo e caffè per tutti offerto da non so chi del gruppo ma gradisco e ringrazio. Si riparte verso Cazzano e dopo il centro passiamo davanti alla strada che porta a Montecchia che abbiamo fatto mesi fa ed era stata una bella scoperta.

Si risale quindi sul colle che divide Cazzano da Illasi con vista ruderi del castello che domina la valle. Qui in salita le cose vanno un po' meglio per me che mi avvinghio allalruota del presidente che sale gagliardo ai 14 mentre gli altri sono un po' più avanti. Se ero solo salivo più tranquillo ma son contento del fatto di essere riuscito a stare a ruota di qualcuno così non sono ultimo e non devono aspettarmi troppo.

Una volta a Illasi mi sembra di tornare su una strada di casa e la leggera discesa favorisce velocita over 40: è una strda questa che ho sempre odiato in salita perchè taglia le gambe e adorato in discesa perchè si vola.
In località Donzellino si gira a destra e si va verso san briccio e, sorpresa graddita, si sale per una strada che non è quella solità del "marchigiano" (Via Titano) ma un'altra che aggredisce il monte da sud. Non la conosco ma immagino che abbia pendenze over 10% e difatti si sale bene in una strada stretta e subito rimango indietro ma salgo tranquillo. Addiritura sono per alcuni tratti penultimo e solo alla fine vengo sorpassato dal presidente quando metto il 30 e acquisto agilità ma perdo velocità. A metà salita in una curva è steso un lenzuolo matrimoniale con la scritta: "VETERINARIO DI PROFESSIONE. ANIMALE A LETTO!" Perdo un po' di concentrazione a pensare agli amici veterinari ma anche a chiedermi come si fa a stendere e lasciar esposta una scritta così audace e nello stesso tempo penso che anche scriverla su un blog non è da meno....
A fine salita il gruppo è fermo con lo sfondo il Carega innevato ed io propongo le foto che si possono ammirare sopra e penso anche nel sito www.teambattaglin.it

Nella discesa in una curva con ghiaccio una ciclista cade ma senza conseguenze così quando scendiamo noi tutti ci invitano a fare attenzione: è quasi mezzogiorno ma nelle zone in ombra il ghiaccio resiste e sta in agguato.
Giunti sulla strada per san Martino o Marcellise, vista l'ora, propongo al Greg di salire a Pian di Castagnè ma giustamente, da buon valdo, mi riporta alla filosofia del gruppo che si parte assieme e si arriva assieme (dico bene Presidente?).
Lungo la strada di ritorno più di uno si sgancia e alla fine al gavagnin ci ritroviamo in quattro- cinque quando manca poco a mezzogiorno ed io non son proprio abituato a tornare così presto e difatti quando torno a casa non c'è nessuno e devo recuperare il pane e i biscotti per Santa Lucia dal mitico panificio Tezza dove subito indovinano che sono uscito in bici dal capello bagnato e poi devo addirittura far da mangiare con relative critiche ...delle donne!
Grazie valdesi, è stato un bel giretto.
Alla prossima, speriamo.
GBX

9.12.10

OMAGGIO AL GURU












IMPRESE FUORI DAL TEMPO

Chicca N 1
E' stato un attimo, la moglie che dice:" Caro , oggi è domenica e vorrei fare un dolce per la nostra famigliola ma manca un ingrediente fondamentale: il BURRO!" Un grido nella casa risuonò: ghe pens mi!!! Conosco un negozietto aperto tutte le domeniche...

Erano quasi le due del pomeriggio ma uno scatenato guru vesione Musseu prende il suo cavallo d'acciao, zainetto porta burro e in men che non si dica da bussolandia attraversa la città, passa davanti casa GBX e s'incunea nella pissarotta con un'umidità del 105%: destinazione negozio aperto a Velo Veronese: ritorno quando cadevano le prime ombre della sera, facendosi sanche male (le ombre).

Chicca 2
Un sabato o un domenica non ricordo ma so solo che con un tempo da lupi il Guru sfida le intemperie e sale a san Zeno innevato per la strada da Brenzone (quella dura) e sfiorata la nevicata in quota si prende la lavata in discesa con riparo ad Affi al mitico bar dei ciclisti (ottimo caffè).

DELLA SERIE: DOV'E' MUSSEU?????

39 USCITA: Vai coi Valdo (ultimo).





sabato 20 novembre 2010
casa gbx croce bianca bussolengo lazise bardolino salita del pigno albarè sega domegliara san pietro incariano parona torricelle casa gbx
km 71

Dopo una vita (dal 6 novembre) che non vado in bici e dopo un'altra vita che non scrivo (dal 12 novembre) rieccomi sulla strada ed ora alla penna!

E' successo di tutto in questo periodo, la cosa peggiore è stato lo strike di 7 ciclisti da parte di un autista alterato: un numero così alto di morti è una notizia di guerra e se pensiamo che in un anno in Italia sono 300 le vittime tra i ciclisti c'è da pensare sul fatto che il ciclismo è senz'altro più mortifero del pugilato o di qualsiasi altro sport: siamo a rischio. Inveccchiare è un'impresa!

Di bello c'è stato un doppio battesimo di due figlie di nipoti e alla festa ho incontrato il grande Roberto Banzato autore di molte altimetrie caricate sul sito www.salite.ch A dire il vero gli ho contestato alcune salite come quella di Castecerino dalla parte di Montecchia dove minaccia salite al 15% ma che trovandomi in bici non ho proprio avuto la percezione di queste terribili pendenze: forse ero troppo in forma!

Ciance a parte, la settimana precedente sabato 13, mentre io venivo trascinato per grandi magazzini dove c'è di tutto e magari non comperi nulla, il Greg ha fatto il suo esordio in squadra con gruppo Valdo (www,teambattaglin.it) e si è comportato come suo solito: ultimo in pianura due tre metri dietro al gruppo e poi quando comincia la salita risale il gruppo fino ad essere un uomo solo al comando....Si è lamentato che fanno poca salita e tanta pianura a velocità che non sono le nostre ma credo che gli abbia fatto bene iscriversi ad una squadra dove può essere valorizzato come grimper anche se dovrà saltare il mitico dopo corsa ...che non è da tutti!

Questo sabato l'appuntamento è alla croce bianca dove arriviamo pocoprima delle 9 in ordine sparso, per noi è un orario assurdo ma tutto dipende dalle priorità e quella dei valdesi è correre per allenarsi mentre noi corriamo per arrivare da qualche parte e ..degustare...

Il tempo è di M ma ormai non è una novità in questo autunno che sembra smentire il detto che non ci sono più le mezze stagioni: speriam0 non piova!

I valdesi arrivano un po' alla volta in auto e montano le loro belle bici "carbonizzate": non c'è SSP nè il Fax che speriamo si aggiunga a Bussolengo.
Io sono l'unico cane sciolto e parto in testa mentre soper certo che il Greg sarà ultimo. A Bussolengo il Fax non si vede e si tira driti per Lazize, dopo la Flover mi distaccano ma mi aspettano a Pastrengo: sono bravi ragazzi che aspettano gli anziani e ciccioni del gruppo!
Hanno un'andatura over 30 e lasciano indietro altre squadre di attempati signori come La Veloce di Verona.

Quando io e il greg siamo ultimi ci guardiamo in faccia e notiamo che i valdesi fanno mille gesti per segnalare a chi è dietro che c'è un ostacolo, che si gira, che c'è un pericolo: per chi viaggia in gruppo è senz'altro importante e utile ma non siamo abituati e la cosa ci diverte un po'.
Dopo Bardolino (ciao Cate) saliamo verso Albarè lungo la salita che apprendo chiamarsi del Pigno. Io ero un po' indietro e con la salita ci rimango ancor di più ma non mi faccio problemi. Ogni tanto cade un po' di pioggia ma niente di pesante e anche se c'è freddo mi godo il paesaggio del lago e delle colline circostanti che conserva un fascino unico. Mi sorpassano alcuni ciclisti e anche delle donne ma ormai sono un ciclista zen!

All'incrocio di Albarè c'è un nugolo di ciclisti che mangiano parlano e invadono la strada, tra loro anche i miei valdesi che qui sono ragginti da una valdese che prima non c'era. Mi avvicino al Greg per capire com'è andata la piccola salita del Pigno e mi conferma che non c'è storia: è più forte di lui, la salita come riscatto di una vita, o semplicemente di una settimana lavorativa vissuta come un arco che si tende e il sabato lascia scoccare la freccia Maurox fino al punto più alto.

Dopo la meritata pausa si riparte a tutta verso Affi e poi giù in picchiata a Domegliara per arrivare San Pitra Incariano per un pit stop al caffè offerto dall'autoctono Giovanni: qui ne approfitto per strappare una foto di gruppo dove si capisce che il più vecchio è quello in giallo.
Al bar il Greg è sotto interrogatorio sul suo peso e l'altezza da chi di strada ne fa tanta in un anno ma che in salita fa più fatica.

Si risale in sella e velocissimi siarriva a Parona, io riesco a stare in gruppo e a non farmi staccare cosicchè arrivo tra i primi ai piedi delle toricelle per affronatrle dal lato cosidetto dei mondiuali: via Marsala e giro verso madonna di luordes e forte san mattia. Anche qui rimango un po' indietro ma mi godo la città che pedalata dopo pedalata scende ai miei piedi. Sulla strada incrocio don Luciano, già cappellano del carcere di Verona ora dovrebbe ha qualche parrocchia qua attorno santa giuliana compresa: don Valium!

Finita la salita, anche questa senza storia, i valdesi sono fermi e cominciano a salutarsi: chi torna alla croce bianca all'auto, chi scende per porta vescovo e chi bo, comunque tutti si salutano e si danno appuntamento a domani per un altro giretto pre pasto. Io e il Greg scendiamo e ognuno torna a casa propria dove sconvolto scopro che sono appena le 12.30 e dopo la doccia mi tocca comprar giornali pane e recuperar una figlia a scuola. Non esiste, non c'è umanità. Bravi ragazzi i valdesi perchè si aspettano ma hanno ritmi troppo agonistici pe ri miei gusti anche se qualche volta se fanno bei giri che non siano i soliti potrei seguirli.

Oggi è stata una giornata, pardon, mezza giornata regalata perchè nel pomeriggio puntulae come le tasse è tornata la pioggia e chissà quando farò il prossimo giro...

GBX

12.11.10

38 USCITA: si torna over 1000 con nuovo look


















SABATO 6 novembre 2010
casa GBX vendri san maria in stelle grezzana lugo bellori lughezzano bosco velo san mauro san rocco montorio casa gbx
km 81
dislivello 1300
velocità max 67

Dopo una settimana di acqua e fango, soprattutto nell'est veronese, speriamo nel bel tempo almeno in montagna...di solito quando c'è la nebbia in pianura basta salire un po' e subito il sole ti fa sembrare d'ssere in in areo ad alta quota con le nuvole sotto di te e magari sei solo sulle torricelle. Ma la nebbia di oggi non è proprio bassa e scopriremo che il sole prorio non vuol farsi vedere nemmeno a 1100 metri. Eh si, nonostante i buoni propositi di rimanere bassi per il freddo non ce l'abbiamo fatta e siamo saliti fino a Lughezzano e poi per la strada vecchia fino a Bosco. In piazza foto d'obbligo perchè il greg ha preso sul serio la sua iscrizione al team Battaglin e stamane ha già adosso la divisa invernale (molto sciccosa) consegnata ieri sera al raduno della squadra.

A Bosco ci sono 6 gradi e i piedi sono un po' gelati ma cappuccio e croissante dal Campe ci rimettono in sesto: arrivare a Bosco non è difficile ma è sempre impegnativo perchè son sempre 30 km e 1000 metri di salita. Con delusione: il tempo è brutto anche qui e rinunciamo a salire fino a san giorgio sia pe il freddo sia per la fame che già si fa sentire. Allora via verso la meta di giornata: rist 13 Comuni della famiglia Anderloni (poeti, registi e disertori) che ha affidato la cucina al mitico Jhon Calt che ha appena riaperto i battenti dopo un mese di meritato riposo. A Velo arriviamo come fulmini grazie alla splendida condizione di fine stagione che non vogliamo far finire.
AL monumento "Velo ai suoi prodi" ci facciamo catturare da 3 mega pixel e ci tuffiamo nell'accogliente sala da pranzo riscaldata da una notevole stufa sul modello di quella de La Stua di Erbezzo.

Il bis di primi e i dolci sono la giusta ricompensa per la nostra galoppata quasi invernale e poi si ritorna per San Mauro non senza aver fatto qualche foto in un momento in cui il sole un po' s'è fatto vedere. A San Mauro la festa dei maroni è già un ricordo e per strada non c'è nessuno, dopo la chiesa giù a destra e poi su verso san rocco per l'ultima salitina finale dove il Greg mi straccia.

Lo raggiungo verso Trezzolano e poi non mi vede più fino a Montorio dove il cielo sopra il castello e forte austriaco preare ha un aspetto quasi magico.

A casa presto che domani pioverà ancora.

GBX

p.s stavolta, per errore, l'ordine delle foto è inverso (la prima è alla fine) ma ormai le lascio così che è tardi.

11.11.10

37 USCITA: su e so dai colli fino a Soave prima del diluvio.


















SABATO 30 OTTOBRE 2010
casa GBX Castagnè Mezzane di sotto e di sopra san vincenzo centro tregnago croce del vento finetti cattignano montecchia di crosara castel cerino fittà soave colognola ai colli alto casa gbx
km 88
dislivello 1500

Dopo il freddo della settimana scorsa a Bosco Erbezzo decidiamo che conviene rimanere sulle colline e di esplorare la zona est e fissare come meta la città murata di Soave.

Siamo sempre e solo noi due perchè il magister è scomparso, il guru è ancora dolorante e il marchigiano è irreperibile. Già dalle prime rampe dopo Montorio il Greg sfida se stesso in attesa di sfidare i compagni della nuova squadra www.teambattaglin.it sempre e solo in salita.

La giornata è fresca e quest'anno l'autunno come mezza stagione c'è proprio tutta: acqua, freddo, prima neve sopra i 1500 metri. Non ci facciamo mancare niente e tra poco di acqua ce ne sarà anche troppo se pensiamo che tra domenica e lunedi il torrente Alpone si trasfoma in fiume e travolge Monteforte e Soave aiutato dal suo affluente Chiampo: nel giro di 24 ore l'eccellenza del nord-est finisce sott'acqua!

Lungo la strada i contadini sono impegnati a scuotere gli olivi con spazzole elettriche per raccogliere le olive mature a terra su grandi teli.
La memoria va a quel mitico dicembre del 1983 quando anch'io raccolsi le olive ad Assisi con vista Sacro Convento nei campi di famiglia diun mio amico che mi aveva invitato per alcuni giorni a casa sua. Oltre alle lunghe e leggere scale con cui si andava all'attacco delle olive non posso dimenticare la colazione del mattino che si faceva con il crudo tagliato a mano e il pane senza sale.

La discesa da Castagnè mi dà la spinta per salire verso Mezzane di sopra e poco prima del paese mi fermo a fotografare il cimiterino con vista monti: i cimiteri di montagna hanno un agrazia e un abellezza che difficilmete si ritrova nei mortifici citadini anche della piccole città dove le aprti nuove in cemento armato danno un senso di pianificazione urbana ma anche di sconfessione del significato artistico e sociale del sito. Sono i giorni dei morti e guardarli è un po' più spontaneo.
Senza essere necrofili o ammiratori del Foscolo posso dire che i ciniteri artisticamente più belli sono per me quello di San Michele in Isola a Venezia, quello del paese di Barbiana dov'è sepolto don Milani, il cimitero dei frati a La Verna (soprattutto d'inverno quando le croci in pietra sono merlettate dalla neve che li cade sempre generosa) e alcuni cimiteri diAlto Adige (esemoi Villabassa) dove i cimiteri sono rimasti vicini alla Chiesa e gli artigiani locali hanno dato ilmeglio di sè nella cura della pietra e del ferro battuto.

A san Vincenzo tiro dritto fino a Centro direzione san Mauro e Velo, qui mi aspettail Greg e mi fermo per fotografare la croce di pietra con vista monte Baldo innevato, sulla base la scritta quasi invisibile:
"FERMATI PASSAGIER
DAVANTI A QUESTA CROCE
RECITA UN GLORIA
CHE DIO ASCOLTERA' LA TUA VOCE"
Scendiamo verso Tregnago nella Val d'Illasi ma prima ci fermiamo ancora per fotografare una chiesetta e una torretta sul lato sinistro della valle prima di sbucare sulla provinciale. ANzi iomifermo davanti ad una costruzione bassa che offre riparo adei vecchi lavatoi da cui ancora scorre acqua in abbondanza.
Subito dopo il paese di Tregnago giriamo a destra per la collaudata strada che ci riporta in quota verso la Collina con pendenze over 10%. Alla croce del vento ci fermiamo per mangiare qualcosa e rinunciamo a fotografare la croce perchè è la più brutta (volgare cemento) della Lessinia pur essendo in una posizione sulla dorsale da cui si gode un discreto panorama. E qui siamo al terzo GPM (gran premio della montagna). SI scende e si sale ancora fino a Finetti, minuscolo paese che fotografo da lontano perchè mi richiama molto il campanile della Chiesa di Barbiana: siamo sempre in collina in posti dimenticati dagli uomini ma a volte abitati da uomini di Dio.

Dopo Finetti che attraversiamo dopo le foto in posa del Greg, saliamo verso l'altra dorsale per poi scendere in Val D'Alpone passando per Cattignano e intravedendo il campanile Castelvero sotto il quale mi sono riposato lo scorso anno salendo verso Collina.

La discesa è lunga e la strada abbastanza brutta, qui non ci sono votazioni in arrivo oppure c'è poco gente. Scesi e sorpassato il torrente Alpone, ancora tranquillo, scendiamo ancora fino a Montecchia dove riattraversiamo il ponte e il centro del paese per dirigersi verso Castelcerino che non abbiamo mai toccato e che molto mi ha spaventato nel vedere sul sito www.salite.ch le salite brevi ma terribili. La strada effettivamente ha deitratti molto ripidi manon mi sembra di iaver incontrato e superato il 20% che avevo visto a video: o siamo troppo forti o chi ha messo l'altimetria ha toppato. Il paese è molto tranquillo tutto circondato da vigne vigne vigne. Come si vede dall'orologio del campanile sono le 13 e lafame si fa sentire cosicchè scndiamo verso Soave ma poco dopo incontrando la scritta Fittà cediamo alla tentazione di vedwere questa località dove sappiamo essersi insediata una comunità denominata Le ORME dove si lavora e si prega ma non sappiamo se siamo benvenuti e comunque i fine settimana...non si lavora!

Fittà è ancor più piccola di Castecerino e subito si torna indietro per riprendere la strada verso la meta finale che si ntravede dopo la discesa tra i colli tappezzati da....vigne.
A Soave facciamo ingresso trionfale dalla porta alta per poi scendere verso la porta a Est doce io sapevo esserci una spaghetteria: chiusa. Giriamo un po' per il centro finchè incontro una persona che conosco e mi dà la dritta giusta: fuori porta Verona al di là del ponte Trattoria Dal Moro. Parcheggiamo le nostre ferrari ed entriamo in una trattoria molto frequentata pur essendo un sabato pomeriggio:nessuno di loro sa e noi tantomeno ch eda lì a poche ore questo locale sarà invaso dall'acqua e dal fango di un torrente che diventa fiume e sconvolge la vita della bella Soave.

Noi dopo il pranzo sostanzioso ci avviamo verso la sesta e ultima salita della giornata verso Colognola ai Colli dove raggiungiamo la chiesa che torreggia sul colle e domina l'imboccatura della Val d'Illasi: anche qui dall'alto vediamo una distesa di...vigne!

Poi, dopo le ultime foto, scendiamo verso Cadellara, quattro strade , San martino, Ferrazze e casa...in attesa di una pioggia che pensiamo possa rovinare il ponte dei morti ma che nessuno immagina sfigurerà il volto della bella Soave e di gran parte del Veneto.

GBX


http://www.youtube.com/watch?v=Hosz33EbgDs











10.11.10

36 USCITA: minitranslessinia










SABATO 23 OTTOBRE 2010
Km 81
dislivello 1500
Casa GBX Montorio Pissarotta Squaranto San Francesco Bosco Erbezzo so a casa GBX

Dopo l'impresa della settimana scorsa oggi dobbiamo stare un calmini e decidiamo come meta " la stua" di Erbezzo che tante volte abbiamo visto da fuori e mai da dentro, oggi è il giorno giusto. Il tempo è proprio autunnale e ormai le braghe lunghe non ce le toglie nessuno...fino alla primavera inoltrata. Il Greg ha sfoderato la sua dama bianca ed è in gran spolvero in attesa di nuovi abitini per oggi si limita ai copri scarpe in tinta con la bici e il resto.

Nonstante il freddo decidiamo di salire per la pissarotta che oggi è ancor più triste del solito a causa del tempo coperto e dell'assenza quasi totale di traffico: dei presunti agguatio ai ciclisti non ne abbiamo più sentito parlare ma se oggi ci fossero tra cellulare bici al carbonio e soldi per il pranzo potrebbero comperare un bel po' di permessi di soggiorno ben falsificati! Ma c'è chi dice che sia una burla e anche questa vwersione è verosimile perchè per farfe gli agguati a dei ciclsiti sulla pissarotta bisogna proprio essere alle assi!!! Da poco dopo il paesello di Pigozzo il Greg parte e già so che mi aspetterà sul ponte alla fine della pissarotta ma intanto io immagino salendo col mio passo che i brigantiti prendono lui poi arrivo io lo libero e do quattro legnate ai malintenzionati...quando si va piano si ha tempo per pensarle tutte.

Sulla strada alcuni sassi rotolati dal monte ci ricordano che questa strada è a rischio "idrogeologico" come si dice ma che intanto basta mettere alcuni divieti e cartelli di pericolo caduta massi. I pensieri ruotano sul lavoro, poi a casa e più salgo e più mi disintossico e mi basta guardare intorno per dirmi fortunato ad esser qua a pedalare in salita senza fatica e con una meta in testa...

Al ponte trovo il greg che mi conta 17 minuti di ritardo e poi rimonta in sella sulla Cerro Roverè per tagliare subito dopo il ponte grande e salire verso Squaranto dove la valle si apre e sembra d'essere già in montagna. C'è gente che raccoglie noci e altri che tagliano la legna con la sega circolare collegata al cardano del trattore. Gruppi di case che si fregiano di un nome per dirsi che sono contrada e allora, quando si sbuca sulla strada per San Francesco dopo aver sentito suonare le campane e poi avvistato dietro la curva il campanile di Roverè, una selva di ben 12 cartelli a indicare le varie contrade quasi fossimo in una zona altamente popolata: non oso pensare qui d'inverno con la neve!

Salendo verso San Francesco passiamo davanti al ristorante Jagher che troviamo sempre chiuso ma qui accade un piccolo dramma umano e sportivo: una giovane donna ciclista mette la freccia e mi sorpassa! Io non rispondo continuando a salire del mio passo facendomene una ragione raccontandomi che pesa poco ed è giovane e che ha tutto il diritto di salire anche lei del suo passo. Prima di arrivare a San Francesco c'è un saliscendi molto didattico e disseminati nei prati ci sono le vasche da bagno che fanno da abbeveratori per le mucche d'estate: a volte penso che i contadini le abbiano comperate apposta per le vacche tante se ne vedono in giro per la lessinia.

A San Francesco, come sempre, non c'è nessuno anche se è mezzogiorno e fotografo i monumenti patriottici delle guerre monfìdiali e altro che mi appaiono come un concentrato del kitch antico (era fascista) e moderno. Ma una cosa non capisco: perchè la guerra è definta europea e non mondiale? la suddivisione tra morti, dispersi, morti in seguito alla guerra è classico e mi ricorda che anche mia madre, oggi quasi novantenne, mi parlava quand'ero piccolo del suo papà morto nel 1923 per le conseguenze della guerra e allora io non capivo.

Qui, naturalmente trovo il grimper carbongreg che ci tiene a dire che lui, lui si, la donna che ha intravisto sulla strada, l'ha tenuta bene lontana! Dopo questa prova di msacolinità si riparte per Bosco dove arriviamo in poco tempo. Qui sembra l'unico posto della lessinia dove c'è un po' di movimento ma noi non ci fermiano e tiriamo dritti dopo una breve sosta sotto la casa degli Stimatini: doping e via!
Mi fermo poco dopo per fare delle foto perchè anche se il tempo non è dei migliori i colori dell'autunno sugli alberi sono sempre affascinanti e con i potenti mezzi ricchi di pixel catturiamo un po' di bellezza. Erbezzo con il suo campanile compare e scompare alla vista per poi scomparire del tutto quando si scende giù nella valle dove alla fine un ponte ci porta sull'altra sponda e si risale fino al paese che con Velo condivide il dono del silenzio e della malinconia.

Faccio un giro per il centro dove non c'è proprio nessuno e torno indietro fino a parcheggiare alla Stua, mitico ristorante , dove mi attende il Greg. La vista sul Baldo è bellissima anche se cìè un po' di foschia, davanti a noi più in basso sant'Anna d'Alfaedo. Fa freddo anche se è l'una ed entriamo nella sala da pranzo dove troneggia una stufa enorme dalla forma strana sulla quale mi riscaldo le mani un po' infreddolite (guanti estivi!!). Prendiamo posto davanti ad un finetrone dove possimao ammirare il Baldo e tenere sott'occhio le bici fuori, non si sa mai!
Sotto il tavolo la base è un quadratone di legno dove appoggiamo i nostri fetoni una volta tolte le scarpette da ciclismo e questo è un valore aggiunto quando si hanno i piedi gelati!
L'aria è molto alto adige e anche i cibi sono molto ricchi: noi ci "limitiamo" ad un bis di primi (ottimi), e adun secondo condiviso di carne salà (sufficiente), bene anche il dolce: non ci facciamo mancar niente ma ce lo meritiamo, o almeno pensiamo così.

In poco tempo la sala si riempie di famiglie e coppie con bambini: sembra domenica.
Ma dopo aver riempito la panza e scaldate le mani e i piedi ci restano altri 30 km di strada e si torna fuori dove non è chiaro se la temperatura esterna si è alzata oppure se è un effetto di quella interna dopo il carico gastronomico!

Si scende lisci e veloci, almeno io, e siamo a casa presto: in Tv ci sarà un po' di sport da vedere dopo una meritata doccia calda.

GBX