11.11.10

37 USCITA: su e so dai colli fino a Soave prima del diluvio.


















SABATO 30 OTTOBRE 2010
casa GBX Castagnè Mezzane di sotto e di sopra san vincenzo centro tregnago croce del vento finetti cattignano montecchia di crosara castel cerino fittà soave colognola ai colli alto casa gbx
km 88
dislivello 1500

Dopo il freddo della settimana scorsa a Bosco Erbezzo decidiamo che conviene rimanere sulle colline e di esplorare la zona est e fissare come meta la città murata di Soave.

Siamo sempre e solo noi due perchè il magister è scomparso, il guru è ancora dolorante e il marchigiano è irreperibile. Già dalle prime rampe dopo Montorio il Greg sfida se stesso in attesa di sfidare i compagni della nuova squadra www.teambattaglin.it sempre e solo in salita.

La giornata è fresca e quest'anno l'autunno come mezza stagione c'è proprio tutta: acqua, freddo, prima neve sopra i 1500 metri. Non ci facciamo mancare niente e tra poco di acqua ce ne sarà anche troppo se pensiamo che tra domenica e lunedi il torrente Alpone si trasfoma in fiume e travolge Monteforte e Soave aiutato dal suo affluente Chiampo: nel giro di 24 ore l'eccellenza del nord-est finisce sott'acqua!

Lungo la strada i contadini sono impegnati a scuotere gli olivi con spazzole elettriche per raccogliere le olive mature a terra su grandi teli.
La memoria va a quel mitico dicembre del 1983 quando anch'io raccolsi le olive ad Assisi con vista Sacro Convento nei campi di famiglia diun mio amico che mi aveva invitato per alcuni giorni a casa sua. Oltre alle lunghe e leggere scale con cui si andava all'attacco delle olive non posso dimenticare la colazione del mattino che si faceva con il crudo tagliato a mano e il pane senza sale.

La discesa da Castagnè mi dà la spinta per salire verso Mezzane di sopra e poco prima del paese mi fermo a fotografare il cimiterino con vista monti: i cimiteri di montagna hanno un agrazia e un abellezza che difficilmete si ritrova nei mortifici citadini anche della piccole città dove le aprti nuove in cemento armato danno un senso di pianificazione urbana ma anche di sconfessione del significato artistico e sociale del sito. Sono i giorni dei morti e guardarli è un po' più spontaneo.
Senza essere necrofili o ammiratori del Foscolo posso dire che i ciniteri artisticamente più belli sono per me quello di San Michele in Isola a Venezia, quello del paese di Barbiana dov'è sepolto don Milani, il cimitero dei frati a La Verna (soprattutto d'inverno quando le croci in pietra sono merlettate dalla neve che li cade sempre generosa) e alcuni cimiteri diAlto Adige (esemoi Villabassa) dove i cimiteri sono rimasti vicini alla Chiesa e gli artigiani locali hanno dato ilmeglio di sè nella cura della pietra e del ferro battuto.

A san Vincenzo tiro dritto fino a Centro direzione san Mauro e Velo, qui mi aspettail Greg e mi fermo per fotografare la croce di pietra con vista monte Baldo innevato, sulla base la scritta quasi invisibile:
"FERMATI PASSAGIER
DAVANTI A QUESTA CROCE
RECITA UN GLORIA
CHE DIO ASCOLTERA' LA TUA VOCE"
Scendiamo verso Tregnago nella Val d'Illasi ma prima ci fermiamo ancora per fotografare una chiesetta e una torretta sul lato sinistro della valle prima di sbucare sulla provinciale. ANzi iomifermo davanti ad una costruzione bassa che offre riparo adei vecchi lavatoi da cui ancora scorre acqua in abbondanza.
Subito dopo il paese di Tregnago giriamo a destra per la collaudata strada che ci riporta in quota verso la Collina con pendenze over 10%. Alla croce del vento ci fermiamo per mangiare qualcosa e rinunciamo a fotografare la croce perchè è la più brutta (volgare cemento) della Lessinia pur essendo in una posizione sulla dorsale da cui si gode un discreto panorama. E qui siamo al terzo GPM (gran premio della montagna). SI scende e si sale ancora fino a Finetti, minuscolo paese che fotografo da lontano perchè mi richiama molto il campanile della Chiesa di Barbiana: siamo sempre in collina in posti dimenticati dagli uomini ma a volte abitati da uomini di Dio.

Dopo Finetti che attraversiamo dopo le foto in posa del Greg, saliamo verso l'altra dorsale per poi scendere in Val D'Alpone passando per Cattignano e intravedendo il campanile Castelvero sotto il quale mi sono riposato lo scorso anno salendo verso Collina.

La discesa è lunga e la strada abbastanza brutta, qui non ci sono votazioni in arrivo oppure c'è poco gente. Scesi e sorpassato il torrente Alpone, ancora tranquillo, scendiamo ancora fino a Montecchia dove riattraversiamo il ponte e il centro del paese per dirigersi verso Castelcerino che non abbiamo mai toccato e che molto mi ha spaventato nel vedere sul sito www.salite.ch le salite brevi ma terribili. La strada effettivamente ha deitratti molto ripidi manon mi sembra di iaver incontrato e superato il 20% che avevo visto a video: o siamo troppo forti o chi ha messo l'altimetria ha toppato. Il paese è molto tranquillo tutto circondato da vigne vigne vigne. Come si vede dall'orologio del campanile sono le 13 e lafame si fa sentire cosicchè scndiamo verso Soave ma poco dopo incontrando la scritta Fittà cediamo alla tentazione di vedwere questa località dove sappiamo essersi insediata una comunità denominata Le ORME dove si lavora e si prega ma non sappiamo se siamo benvenuti e comunque i fine settimana...non si lavora!

Fittà è ancor più piccola di Castecerino e subito si torna indietro per riprendere la strada verso la meta finale che si ntravede dopo la discesa tra i colli tappezzati da....vigne.
A Soave facciamo ingresso trionfale dalla porta alta per poi scendere verso la porta a Est doce io sapevo esserci una spaghetteria: chiusa. Giriamo un po' per il centro finchè incontro una persona che conosco e mi dà la dritta giusta: fuori porta Verona al di là del ponte Trattoria Dal Moro. Parcheggiamo le nostre ferrari ed entriamo in una trattoria molto frequentata pur essendo un sabato pomeriggio:nessuno di loro sa e noi tantomeno ch eda lì a poche ore questo locale sarà invaso dall'acqua e dal fango di un torrente che diventa fiume e sconvolge la vita della bella Soave.

Noi dopo il pranzo sostanzioso ci avviamo verso la sesta e ultima salita della giornata verso Colognola ai Colli dove raggiungiamo la chiesa che torreggia sul colle e domina l'imboccatura della Val d'Illasi: anche qui dall'alto vediamo una distesa di...vigne!

Poi, dopo le ultime foto, scendiamo verso Cadellara, quattro strade , San martino, Ferrazze e casa...in attesa di una pioggia che pensiamo possa rovinare il ponte dei morti ma che nessuno immagina sfigurerà il volto della bella Soave e di gran parte del Veneto.

GBX


http://www.youtube.com/watch?v=Hosz33EbgDs











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