19.10.10

35 USCITA: A Revolto, dove osano i lupi!
























SABATO 16 ottobre 2010

Casa Castagnè Mezzane di sotto e d sopra san Vincenzo Tegnago Badia Giazza Revolto ritorno con salita a san vincenzo e San Briccio.
Greg 102 Km 2000 m dislivello 3, 30 H in sella
GBX 100 km 2000 m dislivello velocita max 65 e 3, 50 h in sella.
Magister : Negrar e poi con Greg e Gbx fino a Badia, poi non si hanno notizie...


Ma il cielo NON "è sempre più blu" come cantava Rino Gaetano anche se il nostro cuore ha senz'altro questo colore se anche oggi che il tempo minaccia pioggia per stasera e neve sopra i 1000 metri siamo qui pronti alle 9 e bardati come cavalieri che partono per la guerra, la nostra guerra, quella della libertà di pedalata, forse l'unica rimasta, senz'altro la più cercata!

Il guru non dà segnali e lo pensiamo dentro ad un server ancora un po' ammaccato per le botte prese quindici gg fa. Ma c'è una novità: la prima assoluta con il club dei dissoluti, di Magister, colui il quale 10 anni fa mi passò la bici che poi ho passato al greg che a sua volta ha passato al marchigiano: la mitica Grandis con le leve del cambio sulla canna obliqua ma già con gli scattini tra un cambio e l'altro. Il Magister negli ultimi anni è diventato uno dei veronesi tutii mati che girano il mondo a correre a piedi non semplici maratone ma corse mitiche da 100 e più chilometri nei posti più impensati (Monte Bianco, deserto del sahara...) ed oggi è con noi alle 9 esatte apparendo già in bici direttamente dalla valpolicella. SI PARTE.

Davanti al carcere di Montorio decisiamo che non possiamo tradire la nostra indole di grimper cosicchè giriamo lamarcia e saliamo a Castagnè, il greg davanti in solitaria ed io e il magister a ciacolare come fanno i veri ciclisti che ho sempre invidiato perchè di solito io in salita pedalo e taso! Ma ultimamente la condizione è ottima alimentata dagli auguri muliebri: " tra mezz'ora piove, in montagna nevica ..." mancava solo mi augurasse la grandine!

In discesa Magister prende il largo e sulla salita per san Vincenzo il Greg passa veloce e magister dietro finchè ce la fa poi deve cedere il passo al più giovane e leggero Greg nonostante oggi sia uscito con la vecchia bici temendo il brutto tempo per la sua dama bianca!
A San Vincenzo scendiamo assieme e a Cogollo facciamo la foto davanti al monumento ai trombini, carattersitico e insolito "strumento musicale", così, secondo i giornali il Papa di Roma aveva capito in un udienza nei giorni scorsi dove aveva ricevuto i trombini in alta uniforme e strumenti appresso.

A Badia altra sosta di sostanza, abbiamo infatti prenotato dall'arzilla Adriana uno spuntino di mezza mattina con soppressa pane buono e, dopo l'acqua, alla fine ci siamo arresi al monte tondo di soave pur con qualche perplessità per ciò che ci aspetta come ciclisti.
Qui putroppo finisce anche l'uscita con noi di magister che deve tornare a Negrar facendosi un po' di valli e speriamo che tutto si andato bene perchè gli ultimi che si sono staccati dal gruppo ...

Stiamo pensando se salire dopo Selva a Velo perchè guardando avanti verso la fine della valle le nuvole ci dicono pioggia o peggio. Ma un grido si alza nella valle: ORIGINALE!
A Giazza mi aspetta il Greg che si improvvisa fotografo e poi dopo qualche sorso di burundanga (sostanza nervina molto diffusa nel cremonese in particolare a Motta Baluffi) si riprende verso Revolto pensando che sono altri 8 km e si passa dai 759 di Giazza ai 1300 e più del rifugio. Passano poche macchine e in giro non c'è anima viva e pian piano si sale ripercorrendo una strada fatta tante volte in auto ma mai in bici, nemmeno il Greg che è un valligiano autoctono.
So che sono 8 km ma uno dopo l'altro li macino nel silenzio più assoluto, lungo la strada vedo una lapide antica e mi riprometto di fermarmi nel ritorno. Ad ogni tornante vedo fuggire i gradini del sentiero che porta al rifugio e qualche auto è parcheggiato lungo la strada.

Oggi è un tempo da lupi e noi siamo qui a salire oltre i 1300 metri a metà ottobre: siamo malati!

Al rifugio il Greg mi fa i complimneti perchè ha atteso solo 17 min e assieme entriamo nella tana dei lupi dove ci accoglie il fuoco acceso del camino imbrigliato da un vetro come si usa fare oggi per recuperare il calore e scaldare anche le stanze del piano di sopra. Il buon Giorgione ci fa accomadare nella zona bar dove possiamo anche leggere il giornale del giorno e ammirare la rastrelliera con le varie bottiglie per tutti i gusti.

Il menù è vario ma noi ci atteniamo alla tradizione: gnocchi di malga con ricotta affumicata e scaglie di speck con galleggiamento nel burro fuso.
Intanto fuori comincia piovere e secondo Giorgio la neve arriverà solo quando avrà aggiustato il gatto, intanto il rifugio Scalorbi è chiuso e il Pertica apre solo i fine setimana mentre Revolto è sempre aperto perchè Giorgione e la sua Sandra son sempre qua anche quando la neve come l'anno scorso arrivava al primo piano.

Dopo il dolce di ricotta e noci col caffè facciamo le foto di rito e Giorgio accende la lanterna della falia appesa al soffitto e ci racconta che una volta all'anno viene portata a terra e poi non mi ricordo quale rito facciano ma comunque son creature buone che proteggono le persone quassù in Lessinia.
Nelle foto il Greg vuol superarmi e fa chiamare a raccolta anche la coppia di cani obesi che di solito stazionano davanti al camino o sulle panche dell zona bar.
Il tempo passa e per fortuna ha smesso di piovere: in sella imbacuccati con tuto quello che abbiamo (il Greg furbo ha portato il cambio) e io mi maledico che non ho portato i guanti invernali perchè con i 4 gradi lassù il freddo si sente bene.

Scendendo mi fermo a fotografare un bellissimo e grande albero silenzioso testimone dei colori dell'autunno e poi scendendo ancora trovo la stele di pietra scura che avevo superato nella salita: le incisioni sotto il teschio con le ossa incrociate, raccontano di una disgrazia avvenuta a fine ottocento di due persone di cui un ragazzo di 14 anni che sono caduti e ritrovati poi morti nella neve. Una storia triste che assomiglia a quella accaduta tra Corbiolo e Arzarè ( vedi uscita precedente)
Una volta arrivati a Giazza si comincia a star meglio come temperatura e il Greg non si vede...dovrò pedalare e vederlo seduto in una pensilina a sant'andrea che aspetta il mio passaggio, è vero che mi sono fermato ma cmq il Greg comincia a fare strada anche in discesa.
Scatenato ai 40 - 45 il Greg mi conduce fino a Tregnago dove decidiamo di risalire per San Vincenzo e qua si comincia a digerire gli gnocchi...
Sulla discesa dopo Mezzane di sopra raggiungo i 65 h e riesco poco dopo a intravedere il Greg che nella salita mi aveva lasciato al palo. Faccio finta di salire verso Castagnè e assieme andiamo invece verso San martino quando si palese davanti a noi la salita del "marchigiano" che porta a san Briccio e stavolta sono che in modo suicidiario giro a destra verso l'ultima salita della giornata dove digersco anche il dolce.

A San Martino riprende una leggera pioggerella che ci accomnpagna fino a casa senza bagnarci troppo. Alla Mondadori ognuno augura all'altro un buon ritorno perchè ognuno ha i suoi ritorni...!

Io arrivo davanti alla porta del deposito bici di casa mia e vedo che sono a 99,99 km: alzo la ruota davanti e la faccio girare fino a 100!

GBX

11.10.10

34 USCITA: Un giro da bravi ragazzi












Sabato 9 ottobre 2010

Casa Grezzana Romagnano Azzago Cerro Bosco Corbiolo Arzerè Bellori Casa
KM 61
dislivello 1100

Il tempo non è dei migliori ma le previsioni, che abbiamo minuziosamente monitorato nei vari siti, soprattutto quelli a noi favorevoli, ci dicono che si può fare! Però i ciclisti oltre al tempo devono ubbidir tacendo anche all'altra metà del cielo e oggi abbiamo solo la mattina a disposizione dato che oggi devo fare i tassinaro fino a notte per la discendenza.

Saliamo da Romagnano che in salita non abbiamo mai fatto ed io che devo fare anceh il blogger ogni tanto mi femo a fotografare che tanto non devo lanciare nessuna sfida a nessuno nè ammortizzare spese recenti...al carbonio!
I prati sono ancora molto verdi ma le foglie arrossate fiancheggiano le strade e i colori degli alberi annunciano una nuova stagione che quest'anno sembra smentire il detto popolare che non ci sono più le mezze stagioni.

Dopo la Chiesa di Azzago saliamo verso Santa Viola dove facciamo tappa da Ale Jet che non è il velocista spezzino Ale Petacchi ma una gentil signora che sfreccia col suo "suvino" su e giù per le valli e la città ad accompagnar le figlie a destra e a manca. Sul tavolo di marmo in giardino ci sono un po' di funghi e una bellissima boccia di vetro originale soffiata tanti anni or sono da una una fabbrica chiusa da quasi cent'anni.

Il caffè en plein air offerta da Ale Jet a 600 m di quota haun sapore particolare sopratutto se si arriva in bici.
In cinque minuti ci diciamo tutto quello ci dobbiamo dire e poi decidiamo di partire perchè ci stiamo raffreddando ma...prima piccolo book fotografico per le nostre bici in corte su sfondo di casa contadina.

Il Greg mi spaventa annunciandomi che ora fino a monte viola ci sarà una salita al 20% ed io sorseggio dell'enervit che mi fa sentire un po' dopato! La salita c'è ma non credo fosse così ripida e comunque salgo bene con il mio 34/30. A Cerro giriamo a destra direzione Bosco e qui ci salutiamo dandoci appuntamento dal Campe inPiazza. A me sembra di salire bene ma a Corbiolo mi fermo per esigenze editoriali per fotografare un cavallo fermo che mi fa ricordare quelli cinquecenteschi che ho visto a fine gennaio disegnati sulle pareti nella Casa del Tè a Mantova. Caso vuole che proprio mentre lo sto fotografando il cavallo allunghi il collo e involontariamente colgo questa posa così particolare. Poi guardando meglio vedo che ci sono altri due cavalli e più in basso un vagone del treno merci! cosa non si trova oggi a Corbiolo!

In piazza a Bosco c'è movimento ma non come d'estate quando la gente da via Mazzini a Verona si trasferisce nella sua "Cortina casalinga". Qui al bar facciamo la rassegna stampa tra Gazzetta Corriere e Libero. Quest'ultimo ha in copertina una vignetta satirica della Marcegaglia sotto torchio in questi giorni dai giornali del Berlusca: il capo del governo , paron de tutto, che attacca il presidente degli industriali sul piano personale e familiare. LaMarcegaglia che riceve la solidarietà della sinistra e le botte della destra: no se capise na tenca! meglio pedalare!

Dopo il cappuccio con croissante del Campe, i nostri eroi del mattino son già pronti per il ritorno felici della quota 1100 raggiunta e del poco sforzo patito (ormai siam gente che macina chilometri e sale ben oltre) e si scende fino a Corbiolo dove giriamo a destra per Arzerè. Poco prima di arrivare a questo triste paese che dipende da Grezzana mentre Lughezzano dipendende da Bosco (chi fa i confini non ha confini!) ci fermiamo alla croce di marmo che troviamo sulla strada e che vediamo bella chiara in seguito ad un recentissimo restauro: mi piace leggere le scritte incise nel marmo che parlano del dolore dei genitori per la morte del loro unico figlo di 14 anni schiacciato sotto un carro nel 1874: certo morire tra Corbiolo e Arzarè sotto un carro a quell'età e con il traffico di allora mi sembra proprio una grandissima dis-grazia o diremmo oggi una grandissima sfiga!

Scendiamo tranquilli per Lughezzano e passiasmo davanti alla casetta di Biancaneve che senbra senpre più addobbata di ninnoli e nanetterie varie, sento delle voci ma prefersico tirar dritto perchè il tempo stringe. Mi fermo però a fotografar quel pallone sotto il paese che dev'essere qualcosa di militare e che senbra un grosso fungo bianco di cui mi sfugge il nome.

Siamo così in forma che poco prima dell'una siam già di ritorno e ci piazziamo davanti ad una scuola ad attender la prole che però una volta individuati i soggetti vestiti da cilclisti saluta con gli occhi e si rifugia tra i pari per allungar il ritono a casa.

Mentre si torna verso casa il sole comincia finalmente a scaldare un po' ma quel che ci sorprende è la mancanza di affaticamento e da qui la preoccupazione di non perdere questa condizione per l'arrivo del generale inverno, vedremo, ci penseremo, intanto buttiamo qualche idea per sabato prossimo perchè abbiam visto che il rifigio Revolto sotto il Carega è aperto...
GBX

7.10.10

33 USCITA: Esordio della "dama bianca" . SSP abbatte Gurufax













Sabato 2 ottobre 2010
Bussolengo Lago Torri Albisano San Zeno di Montagna Passo Sceriffo; Prada per i buongustai e ritorni separati con sorpresa...
Km 83 GBX e Maurox Carbongreg)
Km 62 Gurufax e SSP
Dislivello 1350

Dopo un lungo messaggiamento infrasettimanale ci troviamo a Bussolandia in 4 : SSP (sei sul podio), il nostro farmacologo di fiducia è con noi almeno fino a ad una certa ora. Siamo in zona Guru ma ci ritroviamo in area franca per non incorrere in scomuniche di gruppo...(pecà par el cafè). La novità del giornata è l'apparizione della dama bianca, la nuova bici del Greg ritirata ieri sera dal tempio della bici artigianle: Grandis.
E' una bici bianca con parti in carbonio per attenuare i dolori del giovin greg che oggi sfoggia pure un paio di scarpette nuove...bianche. E' incredibile la ricercatezza stilistica di molti ciclisti che amano essere fashion e in pandant con il proprio mezzo. Il nome Dama Bianca deriva immediatamente dal colore ma richiama anche una Dama Bianca che prorprio 50 anni fa piangeva l'amato Fauto, il più grande ciclista di tutti i tempi, fino ad oggi...

E' presto e fa un po' freddo cosicchè tutti vestiamo i manicotti per fendere l'aria frizzante di inizio ottobre.
Il canale è ampio con la scarpata sinistra alta almeno una decina di metri e sulla destra lo sguardo abbraccia l'ampia pianura attraversata come un serpente dal sonnecchioso Adige, sullo sfondo ma vicino le montagne. Non pensavo che da Bussolengo ci fossero viste così belle e a portata di tutti. La ciclabile è molto frequentata e in alcuni tratti viene affiancata da ampi spazi verdi e attrezzati. Ogni tanto un ponte attraversa il canale e la strada porta in alto oltre la scarpata. Usciamo in un punto che non so e facciamo un un po di strada in salita sbucando dall'altra parte verso Cavaion dove la Chiesa troneggia in alto. Ville e filari si alternano e dobbiamo fare attenzione ai trattori con l'uva vendemmiata diretti alle cantine a mosteggiar.

A Cavaion tiriamo dritti per il Lago dove raggiungiamo Bardolino che festeggia in questi giorni la festa dell'uva e del vino omonimo. All'ombra fa freddo e comunque la giornata è incerta ma non dovrebbe piovere, sul lago un leggera foschia ci impedisce di godere la vista della sponda opposta.
A Torri si abbandona il lago per salire verso Albisano e qui SSP parte a tutta con un sornione Greg che ormai ha preso confidenza con la dama e controlla la situazione. Per il Guru non è proprio una bella giornata e , quando comincia male potrebbe finire peggio...continue telefonate e umore down.

Siamo sgranati ed io sono ultimo a parte quando sorpasso il guru impegnato telefonicamente ai bordi della strada. sono passati mesi da quando quest'inverno abbiamo fatto io eil Greg questa strada con la neve e poi a battezzare il marchigiano con la rovinosa caduta poco dopo il bivio per san zeno.

A San Zeno ci aspetta il Carbon greg che sulla salita ha ingaggiato una garetta con ciclisti sconosciuti con esiti scontati. Io, invece vengo superato da quasi tutti, anche da una donna, pur salendo in modo discreto e sans souci. E' inutile, in salita il peso conta, come in discesa ed io per godermi questa devo soffire la prima.
A san Zen foto e caffè al ristorante Belvedere, quattro ciacole e l'accordo di arrivare assieme al passo dello sceriffo perchè i ciclsti Valdo -la loro squadra corse- tengono famiglia e l'orario di rientro lascia loro poco spazio. Con piacevole sorpresa vediamo SSP che sfodera un panino con marmellata di fighi avvolto nel cellophane come nei tempi eroici: un super esperto di tutte le sostanze utili ai ciclisti le conosce ma non le usa, è dei nostri! E comunque non siamo ad una gran fondo ne al TFP...
Al passo dello sceriffo i tre under 50 mi aspettano e i due Valdo girano a destra per Lumini e mentre li salutiamo non sappiamo ancora che saranno protagonisti di questa giornata, uno inconsapevole e l'altro certamente colpevole.

E' bello salire verso Prada con pochissime auto, peccato che sia un po' freddino, certo mai come quest'inverno ma insomma a inizio ottobre qualche grado in più non dispiacerebbe. Anche oggi abbiamo raggiunto i nostri 1000 metri di altezza , non so fino a quando potremo ancora farlo visto la stagione già ampiamente "autunnata"! A Prada: desolasion! Anche qui quasi nessuno a parte una due uomini a piedi un po' strani che non si capisce se sono escursionisti, pastori o qualcosa di losco. Tutto il resto è silenzio ma soprattutto abbandono. Noi facciamo le nostre foto ricordo e decidiamo di fermarci dal cacciatore dove siamo già stati quest'inverno e dove prima in salita abbiamo visto gente mangiare fuori. In discesa è ancor più freddo ma andiamo piano e parcheggiamo le nostre bici, di cui una fiammante, vicina ad altri bolidi a due ruote ma con altri motori, meno ecologici. All'interno hanno un po' sistemato l'ingresso e hanno tolto una delle scritte popolari del tempo ma le hanno sostituite con una di Mussolini che non riportiamo, e altre due sull'uomo e la donna che un po' ci fan sorridere.
Ce lo siamo meritato un pasto caldo e abbondante a base di carboidrati con spuzzate di tartufo o funghi, il secondo è comunitario e il povero cervo sprofonda nella gialla polenta innaffiato da un inedito valpolicella bianco (mai sentio).
C'è poca gente nella sala ma un po' alla volta arriva una truppa di ciclisti MTB tedeschi di tutte le età che riempie e rende meno triste il salone monitorato dagli occhi fissi degli animali imbalsamati sulle pareti.

Si parla di mondile di ciclismo in Australia dove il nostro Cunego non è stato invitato ma temiam,o che neanchPippo da bassan combinerà qualcosa di buono: domani all'alba vedremo!

Usciti all'aperto l'aria è frizzante ma manicotti, spolverino e tutto quello che abbiamo introdotto ci aiutano a sentirci più adeguati alla discesa. Io sto un po' dietro al carbongreg ma poi m'involo fino a Lumini dove attendo per diversi minuti l'uomo che va più forte in salita che in discesa! Nel prato prima del paese un gruppo di pecore pascola senza preoccupazione alcuna in mezzo ad un verde molto intenso e penso che abitar qua sarà dura per i trasporti ma quando ci vivi non puoi più farne a meno. Da Lumini giù a San Zeno dove ci attende la civiltà fatta di macchine, di campo telefonico, di rumori vari. Abbiamo deciso di andare a bere il caffè da paron Toni a Castion e per un certo tratto ci accompagna il lago sulla destra piatto e silente. Anche qua faccio strada e a Castion faccio tempo a scattare alcune foto alla Villa Pellegrini Cipolla che imponente ed elegante fa bella vista di sè dietro il cancello traforato.

Il caffè dal Toni è buono soprattutto perchè lo fa la sua signora e noi siamo ancora lontani dal furgon per cui si riparte per Albarè Affi Sega e qua non trovo la strada per Pol cosicchè più avanti riprendiamo la pista ciclabile proprio nel punto che avevamo lasciato stamattina ma dalla parte opposta. Arrivati al parcheggio si controlla la tecnologia e si annunciano fatti quasi drammatici avvenuti stamattina mentre salivamo verso Prada: SSP ha fatto volare il Guru che si trova ora in ospedale per accertamenti. Il guru così scrive: SSP -sei sul podio- si è trasformato in SPT: sei per terra! Solo in serata giungerà la notizia che non c'è nulla di rotto ma per 6 gg il Guru porterà la fascia al collo per il braccio. Ci vorranno giorni per sapere che: stavano scendendo se ben ricordo Cavaion quando in discesa il Guru ha dovuto frenare per una macchian che stava parcheggiando, l'ex SSP era dietro e non ha visto oltre il proprio naso trovandosi improvvisamente a fianco del Guru abbattendolo con una poderosa spallata. Fortuna ha voluto che in quel momento nella corsia opposta dove per qualche istante giaceva il corpo a terra del nostro Guru non passava alcun mezzo motorizzato schiacciaguru...!

Dopo lo schock iniziale il guru, penso e spero aiutato dall'investitore improvvido, è risalito stoicamente sul suo mezzo e, come Musseu dopo l'incidente estivo in moto, è tornato autonomamente, anzi, ciclicamente fino a casa.
Sono cose che capitano ma se non capitano è meglio per tutti, anche per noi che pensiamo alla forzata assenza del guru per alcune uscite: speriamo che chi lo ha rischiesto a casa per pranzo rifletta sul fatto che se fosse stato con noi vecchi marpioni, tutto questo non sarebbe accaduto e avremmo restituito agli affetti familiari un uomo integro e pasciuto!
Scherzi a parte auGURU

GBX