10.11.10

36 USCITA: minitranslessinia










SABATO 23 OTTOBRE 2010
Km 81
dislivello 1500
Casa GBX Montorio Pissarotta Squaranto San Francesco Bosco Erbezzo so a casa GBX

Dopo l'impresa della settimana scorsa oggi dobbiamo stare un calmini e decidiamo come meta " la stua" di Erbezzo che tante volte abbiamo visto da fuori e mai da dentro, oggi è il giorno giusto. Il tempo è proprio autunnale e ormai le braghe lunghe non ce le toglie nessuno...fino alla primavera inoltrata. Il Greg ha sfoderato la sua dama bianca ed è in gran spolvero in attesa di nuovi abitini per oggi si limita ai copri scarpe in tinta con la bici e il resto.

Nonstante il freddo decidiamo di salire per la pissarotta che oggi è ancor più triste del solito a causa del tempo coperto e dell'assenza quasi totale di traffico: dei presunti agguatio ai ciclisti non ne abbiamo più sentito parlare ma se oggi ci fossero tra cellulare bici al carbonio e soldi per il pranzo potrebbero comperare un bel po' di permessi di soggiorno ben falsificati! Ma c'è chi dice che sia una burla e anche questa vwersione è verosimile perchè per farfe gli agguati a dei ciclsiti sulla pissarotta bisogna proprio essere alle assi!!! Da poco dopo il paesello di Pigozzo il Greg parte e già so che mi aspetterà sul ponte alla fine della pissarotta ma intanto io immagino salendo col mio passo che i brigantiti prendono lui poi arrivo io lo libero e do quattro legnate ai malintenzionati...quando si va piano si ha tempo per pensarle tutte.

Sulla strada alcuni sassi rotolati dal monte ci ricordano che questa strada è a rischio "idrogeologico" come si dice ma che intanto basta mettere alcuni divieti e cartelli di pericolo caduta massi. I pensieri ruotano sul lavoro, poi a casa e più salgo e più mi disintossico e mi basta guardare intorno per dirmi fortunato ad esser qua a pedalare in salita senza fatica e con una meta in testa...

Al ponte trovo il greg che mi conta 17 minuti di ritardo e poi rimonta in sella sulla Cerro Roverè per tagliare subito dopo il ponte grande e salire verso Squaranto dove la valle si apre e sembra d'essere già in montagna. C'è gente che raccoglie noci e altri che tagliano la legna con la sega circolare collegata al cardano del trattore. Gruppi di case che si fregiano di un nome per dirsi che sono contrada e allora, quando si sbuca sulla strada per San Francesco dopo aver sentito suonare le campane e poi avvistato dietro la curva il campanile di Roverè, una selva di ben 12 cartelli a indicare le varie contrade quasi fossimo in una zona altamente popolata: non oso pensare qui d'inverno con la neve!

Salendo verso San Francesco passiamo davanti al ristorante Jagher che troviamo sempre chiuso ma qui accade un piccolo dramma umano e sportivo: una giovane donna ciclista mette la freccia e mi sorpassa! Io non rispondo continuando a salire del mio passo facendomene una ragione raccontandomi che pesa poco ed è giovane e che ha tutto il diritto di salire anche lei del suo passo. Prima di arrivare a San Francesco c'è un saliscendi molto didattico e disseminati nei prati ci sono le vasche da bagno che fanno da abbeveratori per le mucche d'estate: a volte penso che i contadini le abbiano comperate apposta per le vacche tante se ne vedono in giro per la lessinia.

A San Francesco, come sempre, non c'è nessuno anche se è mezzogiorno e fotografo i monumenti patriottici delle guerre monfìdiali e altro che mi appaiono come un concentrato del kitch antico (era fascista) e moderno. Ma una cosa non capisco: perchè la guerra è definta europea e non mondiale? la suddivisione tra morti, dispersi, morti in seguito alla guerra è classico e mi ricorda che anche mia madre, oggi quasi novantenne, mi parlava quand'ero piccolo del suo papà morto nel 1923 per le conseguenze della guerra e allora io non capivo.

Qui, naturalmente trovo il grimper carbongreg che ci tiene a dire che lui, lui si, la donna che ha intravisto sulla strada, l'ha tenuta bene lontana! Dopo questa prova di msacolinità si riparte per Bosco dove arriviamo in poco tempo. Qui sembra l'unico posto della lessinia dove c'è un po' di movimento ma noi non ci fermiano e tiriamo dritti dopo una breve sosta sotto la casa degli Stimatini: doping e via!
Mi fermo poco dopo per fare delle foto perchè anche se il tempo non è dei migliori i colori dell'autunno sugli alberi sono sempre affascinanti e con i potenti mezzi ricchi di pixel catturiamo un po' di bellezza. Erbezzo con il suo campanile compare e scompare alla vista per poi scomparire del tutto quando si scende giù nella valle dove alla fine un ponte ci porta sull'altra sponda e si risale fino al paese che con Velo condivide il dono del silenzio e della malinconia.

Faccio un giro per il centro dove non c'è proprio nessuno e torno indietro fino a parcheggiare alla Stua, mitico ristorante , dove mi attende il Greg. La vista sul Baldo è bellissima anche se cìè un po' di foschia, davanti a noi più in basso sant'Anna d'Alfaedo. Fa freddo anche se è l'una ed entriamo nella sala da pranzo dove troneggia una stufa enorme dalla forma strana sulla quale mi riscaldo le mani un po' infreddolite (guanti estivi!!). Prendiamo posto davanti ad un finetrone dove possimao ammirare il Baldo e tenere sott'occhio le bici fuori, non si sa mai!
Sotto il tavolo la base è un quadratone di legno dove appoggiamo i nostri fetoni una volta tolte le scarpette da ciclismo e questo è un valore aggiunto quando si hanno i piedi gelati!
L'aria è molto alto adige e anche i cibi sono molto ricchi: noi ci "limitiamo" ad un bis di primi (ottimi), e adun secondo condiviso di carne salà (sufficiente), bene anche il dolce: non ci facciamo mancar niente ma ce lo meritiamo, o almeno pensiamo così.

In poco tempo la sala si riempie di famiglie e coppie con bambini: sembra domenica.
Ma dopo aver riempito la panza e scaldate le mani e i piedi ci restano altri 30 km di strada e si torna fuori dove non è chiaro se la temperatura esterna si è alzata oppure se è un effetto di quella interna dopo il carico gastronomico!

Si scende lisci e veloci, almeno io, e siamo a casa presto: in Tv ci sarà un po' di sport da vedere dopo una meritata doccia calda.

GBX

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