16.8.10

26 USCITA: Costamora: la scoperta ....dello zoo!











sabato 7 agosto 2010

Dopo l'avanscoperta ecco il sabato dopo la scoperta di uno zoo nella lessinia remota in quel di Costamora...ma andiamo con ordine.

Questa volta è il guru sotto l'ombrellone e il greg ritorna in sella bello riposato e ancora galvanizzato dal 2° posto al TPF allo Stelvio due settimane fa, quasi.
Si parte con un clamoroso ritardo di mezz'ora del giovin greg che spesso la sera tardi , senza arrotondare, deve fare il taxista!

Affrontiamo la pisarotta scherzando sui briganti che ultimamente l'hanno infestata: forse è vero che tra briganti ci si rispetta. Già da subito il greg se ne va ed io salgo solo con il mio passo e i miei pensieri sperando che la fatica, il bel tempo e la montagna mi disintossichino dopo il ritorno al lavoro da una settimana. In pratica da Pigozzo a Velo ognuno fa la sua strada e quando arrivo in piazza lo faccio dalla parte della chiesa cosicchè ho tutto il tempo di guardare il greg che mi aspetta sulla curva seduto sulla panchina e posso dirgli che è mezz'ora che lo cerco anticipando la sua giovanil sfrontataggine: "l'è mezora che te speto, go quasi fredo!"

Oggi proprio si sta bene e la gente alle 11 affolla "la grande piazza". Ci beviamo un caffè al bar degli Anderloni e incrociamo Jhon Calt mitico cuoco del risto 13 comuni. Dopo il solito ormai abituale fruttolo condiviso e aver rabboccato la borraccia alla fontana del comune risaliamo in sella perchè oggi abbiamo una meta: pranzo a Costamora alle 12.30! Non arriveremo mai in orario ma ci proviamo. Siamo veloci e leggiadri come due gazzelle, uomini fusi sai propri cavalli di ferro al galoppo in quota sopra e sotto i 1100 metri tra pini faggi e vacche adoranti al nostro passaggio.
In men che non si dica giungiamo a Bosco e poi saliamo a destra per San Giorgio per poi girare a sinistra per Erbezzo fiancheggiando l'entrata della casa degli Stimatini. Qui ci fermiamo per telefonare a Orietta, colei che oggi ci risolverà in modo sublimo il problema del mezzogiorno, dopo avercelo risolto molte volte durante la settimana in città.

Siamo un po' in ritardo ma neanche tanto e in mezz'ora siamo a Erbezzo che attraversiamo come fulmini scendendo verso Cappella Fasani ma girando prima per Costamora e altre località prima o dopo sulla strada che scende e sbuca a Corso.
Quando arriviamo si spalanca l'unico cancello automatico di Costamora e forse di Erbezzo e comprensorio. E' un cancello che si apre su un mondo che andiamo a scoprire con divertimento stupore.

Prima di ammirare il tutto pargheggiamo le nostre fedeli freccia nera e blu e ci togliamo le scarpe magiche che ci hanno portato fin qui. Siamo subito con le gambe sotto la tavola assieme ad Orietta, sua mamma Antonietta, "el butin" Maicol (se scrive così?) e un signore di cui non ricordo il nome amico di famiglia. Dopo un primo abbondante cominciamo a riconciliarci con la vita e il mondo: è tutto buono, abbondante e genuino..anche il vino! Si parla di tutto a partire dalla decisione della Giunta regionale del Veneto che ha autorizzato i caciatori veneti a cacciare i cinghiali e per questo hanno fatto una conferenza stampa in Provincia per dire che finalmente i veronesi non devono emigrare in Toscana o in Ungheria per cacciare i cinghiali.
Si parla anche di ciclismo naturalmente e dello Stelvio: "quella volta di Hinault nel '69..." lasciando fuori la politica che in questi casi guasta l'appetito e le amicizie. Mi hanno sorpreso alcuni racconti sulle capacità organizzative del parroco di Stallavena nell'organizzare campi invernali sotto la neve in case senza riscaldamento per temprare le nuove leve...

Ma il bello viene dopo il lauto pranzo quando Orietta ci porta alla scoperta del mondo di Adriano, il papà oggi illustre assente, ma deus ex-machina di un piccolo mondo antico e assieme moderno a 800 m di altezza con vista panoramica sulla valle che porta a Lugo e alla pianura. In questo mondo c'è di tutto e di più: cinghiali di allevamento, maiali nostrani, colombi king (enormi) e nostrani (magri), pavoni, galline, una vacca e due vitelli e a custodia del tutto un bellissimo cane pastore a cui manca solo la parola RIBOT. Ma la sorpresa più grande e è stata quella du vedere una piscina vera con l'acqua scura: non veniva usata dai nipoti abbastanza per cui il gran maestro Adriano ha pensato bene di farne un allevamento di rane in vista di un ottimo risotto!

Ma non finisce qui: nelle varie strutture troviamo materiali antichi e nuovi tutti funzionanti, come un alambicco per la grappa, una sega a nastro circolare per la legna, un paiolo per il formaggio, una tavolo dilavoro per trasformare i maiali in salami, un laboratorio del legno con esposti fini calici in legno di olivo per la messa. Dietro a tutto questo c'è il signor Adriano che dev'essere proprio un personaggio assieme alla sua signora Antonietta che non è da meno come lavoratrice e furbizia montanara. (vedi foto)
Piacevolmente sconvolti da questo piccolo mondo antico visitato anche da scolaresche cittadine, riprendiamo la via di casa dopo aver ringraziato e omaggiato le signore che assieme ad una zia rimangono padrone assolute in attesa del ritono del mitico ed estroso sior Adriano che un di speriamo di conoscere. Il nostro pensiero va anche al marito di Orietta, il conte Orlando da Stallavena che spesso abbiamo nominato nei nostri discorsi (sempre parlandone bene) ma che oggi non è comparso ma che rivedrem presto in città ad ora di pranzo e non solo.

Subito sulla strda mostro a cavallo pazzo la stele di Costamora che ho già decantato nel precendente POST. Abbiamo fatto una girata pazzesca ed ora dobbiamo rientrare nei nostri tristi appartamenti a sognar cinghiali, oche, tacchini, salami, rane e una fresca brezza che scende dal passo delle fittanze...che forse sabato prossimo andremo a prendere con le nostre mani.
GBX

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