12.11.10

38 USCITA: si torna over 1000 con nuovo look


















SABATO 6 novembre 2010
casa GBX vendri san maria in stelle grezzana lugo bellori lughezzano bosco velo san mauro san rocco montorio casa gbx
km 81
dislivello 1300
velocità max 67

Dopo una settimana di acqua e fango, soprattutto nell'est veronese, speriamo nel bel tempo almeno in montagna...di solito quando c'è la nebbia in pianura basta salire un po' e subito il sole ti fa sembrare d'ssere in in areo ad alta quota con le nuvole sotto di te e magari sei solo sulle torricelle. Ma la nebbia di oggi non è proprio bassa e scopriremo che il sole prorio non vuol farsi vedere nemmeno a 1100 metri. Eh si, nonostante i buoni propositi di rimanere bassi per il freddo non ce l'abbiamo fatta e siamo saliti fino a Lughezzano e poi per la strada vecchia fino a Bosco. In piazza foto d'obbligo perchè il greg ha preso sul serio la sua iscrizione al team Battaglin e stamane ha già adosso la divisa invernale (molto sciccosa) consegnata ieri sera al raduno della squadra.

A Bosco ci sono 6 gradi e i piedi sono un po' gelati ma cappuccio e croissante dal Campe ci rimettono in sesto: arrivare a Bosco non è difficile ma è sempre impegnativo perchè son sempre 30 km e 1000 metri di salita. Con delusione: il tempo è brutto anche qui e rinunciamo a salire fino a san giorgio sia pe il freddo sia per la fame che già si fa sentire. Allora via verso la meta di giornata: rist 13 Comuni della famiglia Anderloni (poeti, registi e disertori) che ha affidato la cucina al mitico Jhon Calt che ha appena riaperto i battenti dopo un mese di meritato riposo. A Velo arriviamo come fulmini grazie alla splendida condizione di fine stagione che non vogliamo far finire.
AL monumento "Velo ai suoi prodi" ci facciamo catturare da 3 mega pixel e ci tuffiamo nell'accogliente sala da pranzo riscaldata da una notevole stufa sul modello di quella de La Stua di Erbezzo.

Il bis di primi e i dolci sono la giusta ricompensa per la nostra galoppata quasi invernale e poi si ritorna per San Mauro non senza aver fatto qualche foto in un momento in cui il sole un po' s'è fatto vedere. A San Mauro la festa dei maroni è già un ricordo e per strada non c'è nessuno, dopo la chiesa giù a destra e poi su verso san rocco per l'ultima salitina finale dove il Greg mi straccia.

Lo raggiungo verso Trezzolano e poi non mi vede più fino a Montorio dove il cielo sopra il castello e forte austriaco preare ha un aspetto quasi magico.

A casa presto che domani pioverà ancora.

GBX

p.s stavolta, per errore, l'ordine delle foto è inverso (la prima è alla fine) ma ormai le lascio così che è tardi.

11.11.10

37 USCITA: su e so dai colli fino a Soave prima del diluvio.


















SABATO 30 OTTOBRE 2010
casa GBX Castagnè Mezzane di sotto e di sopra san vincenzo centro tregnago croce del vento finetti cattignano montecchia di crosara castel cerino fittà soave colognola ai colli alto casa gbx
km 88
dislivello 1500

Dopo il freddo della settimana scorsa a Bosco Erbezzo decidiamo che conviene rimanere sulle colline e di esplorare la zona est e fissare come meta la città murata di Soave.

Siamo sempre e solo noi due perchè il magister è scomparso, il guru è ancora dolorante e il marchigiano è irreperibile. Già dalle prime rampe dopo Montorio il Greg sfida se stesso in attesa di sfidare i compagni della nuova squadra www.teambattaglin.it sempre e solo in salita.

La giornata è fresca e quest'anno l'autunno come mezza stagione c'è proprio tutta: acqua, freddo, prima neve sopra i 1500 metri. Non ci facciamo mancare niente e tra poco di acqua ce ne sarà anche troppo se pensiamo che tra domenica e lunedi il torrente Alpone si trasfoma in fiume e travolge Monteforte e Soave aiutato dal suo affluente Chiampo: nel giro di 24 ore l'eccellenza del nord-est finisce sott'acqua!

Lungo la strada i contadini sono impegnati a scuotere gli olivi con spazzole elettriche per raccogliere le olive mature a terra su grandi teli.
La memoria va a quel mitico dicembre del 1983 quando anch'io raccolsi le olive ad Assisi con vista Sacro Convento nei campi di famiglia diun mio amico che mi aveva invitato per alcuni giorni a casa sua. Oltre alle lunghe e leggere scale con cui si andava all'attacco delle olive non posso dimenticare la colazione del mattino che si faceva con il crudo tagliato a mano e il pane senza sale.

La discesa da Castagnè mi dà la spinta per salire verso Mezzane di sopra e poco prima del paese mi fermo a fotografare il cimiterino con vista monti: i cimiteri di montagna hanno un agrazia e un abellezza che difficilmete si ritrova nei mortifici citadini anche della piccole città dove le aprti nuove in cemento armato danno un senso di pianificazione urbana ma anche di sconfessione del significato artistico e sociale del sito. Sono i giorni dei morti e guardarli è un po' più spontaneo.
Senza essere necrofili o ammiratori del Foscolo posso dire che i ciniteri artisticamente più belli sono per me quello di San Michele in Isola a Venezia, quello del paese di Barbiana dov'è sepolto don Milani, il cimitero dei frati a La Verna (soprattutto d'inverno quando le croci in pietra sono merlettate dalla neve che li cade sempre generosa) e alcuni cimiteri diAlto Adige (esemoi Villabassa) dove i cimiteri sono rimasti vicini alla Chiesa e gli artigiani locali hanno dato ilmeglio di sè nella cura della pietra e del ferro battuto.

A san Vincenzo tiro dritto fino a Centro direzione san Mauro e Velo, qui mi aspettail Greg e mi fermo per fotografare la croce di pietra con vista monte Baldo innevato, sulla base la scritta quasi invisibile:
"FERMATI PASSAGIER
DAVANTI A QUESTA CROCE
RECITA UN GLORIA
CHE DIO ASCOLTERA' LA TUA VOCE"
Scendiamo verso Tregnago nella Val d'Illasi ma prima ci fermiamo ancora per fotografare una chiesetta e una torretta sul lato sinistro della valle prima di sbucare sulla provinciale. ANzi iomifermo davanti ad una costruzione bassa che offre riparo adei vecchi lavatoi da cui ancora scorre acqua in abbondanza.
Subito dopo il paese di Tregnago giriamo a destra per la collaudata strada che ci riporta in quota verso la Collina con pendenze over 10%. Alla croce del vento ci fermiamo per mangiare qualcosa e rinunciamo a fotografare la croce perchè è la più brutta (volgare cemento) della Lessinia pur essendo in una posizione sulla dorsale da cui si gode un discreto panorama. E qui siamo al terzo GPM (gran premio della montagna). SI scende e si sale ancora fino a Finetti, minuscolo paese che fotografo da lontano perchè mi richiama molto il campanile della Chiesa di Barbiana: siamo sempre in collina in posti dimenticati dagli uomini ma a volte abitati da uomini di Dio.

Dopo Finetti che attraversiamo dopo le foto in posa del Greg, saliamo verso l'altra dorsale per poi scendere in Val D'Alpone passando per Cattignano e intravedendo il campanile Castelvero sotto il quale mi sono riposato lo scorso anno salendo verso Collina.

La discesa è lunga e la strada abbastanza brutta, qui non ci sono votazioni in arrivo oppure c'è poco gente. Scesi e sorpassato il torrente Alpone, ancora tranquillo, scendiamo ancora fino a Montecchia dove riattraversiamo il ponte e il centro del paese per dirigersi verso Castelcerino che non abbiamo mai toccato e che molto mi ha spaventato nel vedere sul sito www.salite.ch le salite brevi ma terribili. La strada effettivamente ha deitratti molto ripidi manon mi sembra di iaver incontrato e superato il 20% che avevo visto a video: o siamo troppo forti o chi ha messo l'altimetria ha toppato. Il paese è molto tranquillo tutto circondato da vigne vigne vigne. Come si vede dall'orologio del campanile sono le 13 e lafame si fa sentire cosicchè scndiamo verso Soave ma poco dopo incontrando la scritta Fittà cediamo alla tentazione di vedwere questa località dove sappiamo essersi insediata una comunità denominata Le ORME dove si lavora e si prega ma non sappiamo se siamo benvenuti e comunque i fine settimana...non si lavora!

Fittà è ancor più piccola di Castecerino e subito si torna indietro per riprendere la strada verso la meta finale che si ntravede dopo la discesa tra i colli tappezzati da....vigne.
A Soave facciamo ingresso trionfale dalla porta alta per poi scendere verso la porta a Est doce io sapevo esserci una spaghetteria: chiusa. Giriamo un po' per il centro finchè incontro una persona che conosco e mi dà la dritta giusta: fuori porta Verona al di là del ponte Trattoria Dal Moro. Parcheggiamo le nostre ferrari ed entriamo in una trattoria molto frequentata pur essendo un sabato pomeriggio:nessuno di loro sa e noi tantomeno ch eda lì a poche ore questo locale sarà invaso dall'acqua e dal fango di un torrente che diventa fiume e sconvolge la vita della bella Soave.

Noi dopo il pranzo sostanzioso ci avviamo verso la sesta e ultima salita della giornata verso Colognola ai Colli dove raggiungiamo la chiesa che torreggia sul colle e domina l'imboccatura della Val d'Illasi: anche qui dall'alto vediamo una distesa di...vigne!

Poi, dopo le ultime foto, scendiamo verso Cadellara, quattro strade , San martino, Ferrazze e casa...in attesa di una pioggia che pensiamo possa rovinare il ponte dei morti ma che nessuno immagina sfigurerà il volto della bella Soave e di gran parte del Veneto.

GBX


http://www.youtube.com/watch?v=Hosz33EbgDs











10.11.10

36 USCITA: minitranslessinia










SABATO 23 OTTOBRE 2010
Km 81
dislivello 1500
Casa GBX Montorio Pissarotta Squaranto San Francesco Bosco Erbezzo so a casa GBX

Dopo l'impresa della settimana scorsa oggi dobbiamo stare un calmini e decidiamo come meta " la stua" di Erbezzo che tante volte abbiamo visto da fuori e mai da dentro, oggi è il giorno giusto. Il tempo è proprio autunnale e ormai le braghe lunghe non ce le toglie nessuno...fino alla primavera inoltrata. Il Greg ha sfoderato la sua dama bianca ed è in gran spolvero in attesa di nuovi abitini per oggi si limita ai copri scarpe in tinta con la bici e il resto.

Nonstante il freddo decidiamo di salire per la pissarotta che oggi è ancor più triste del solito a causa del tempo coperto e dell'assenza quasi totale di traffico: dei presunti agguatio ai ciclisti non ne abbiamo più sentito parlare ma se oggi ci fossero tra cellulare bici al carbonio e soldi per il pranzo potrebbero comperare un bel po' di permessi di soggiorno ben falsificati! Ma c'è chi dice che sia una burla e anche questa vwersione è verosimile perchè per farfe gli agguati a dei ciclsiti sulla pissarotta bisogna proprio essere alle assi!!! Da poco dopo il paesello di Pigozzo il Greg parte e già so che mi aspetterà sul ponte alla fine della pissarotta ma intanto io immagino salendo col mio passo che i brigantiti prendono lui poi arrivo io lo libero e do quattro legnate ai malintenzionati...quando si va piano si ha tempo per pensarle tutte.

Sulla strada alcuni sassi rotolati dal monte ci ricordano che questa strada è a rischio "idrogeologico" come si dice ma che intanto basta mettere alcuni divieti e cartelli di pericolo caduta massi. I pensieri ruotano sul lavoro, poi a casa e più salgo e più mi disintossico e mi basta guardare intorno per dirmi fortunato ad esser qua a pedalare in salita senza fatica e con una meta in testa...

Al ponte trovo il greg che mi conta 17 minuti di ritardo e poi rimonta in sella sulla Cerro Roverè per tagliare subito dopo il ponte grande e salire verso Squaranto dove la valle si apre e sembra d'essere già in montagna. C'è gente che raccoglie noci e altri che tagliano la legna con la sega circolare collegata al cardano del trattore. Gruppi di case che si fregiano di un nome per dirsi che sono contrada e allora, quando si sbuca sulla strada per San Francesco dopo aver sentito suonare le campane e poi avvistato dietro la curva il campanile di Roverè, una selva di ben 12 cartelli a indicare le varie contrade quasi fossimo in una zona altamente popolata: non oso pensare qui d'inverno con la neve!

Salendo verso San Francesco passiamo davanti al ristorante Jagher che troviamo sempre chiuso ma qui accade un piccolo dramma umano e sportivo: una giovane donna ciclista mette la freccia e mi sorpassa! Io non rispondo continuando a salire del mio passo facendomene una ragione raccontandomi che pesa poco ed è giovane e che ha tutto il diritto di salire anche lei del suo passo. Prima di arrivare a San Francesco c'è un saliscendi molto didattico e disseminati nei prati ci sono le vasche da bagno che fanno da abbeveratori per le mucche d'estate: a volte penso che i contadini le abbiano comperate apposta per le vacche tante se ne vedono in giro per la lessinia.

A San Francesco, come sempre, non c'è nessuno anche se è mezzogiorno e fotografo i monumenti patriottici delle guerre monfìdiali e altro che mi appaiono come un concentrato del kitch antico (era fascista) e moderno. Ma una cosa non capisco: perchè la guerra è definta europea e non mondiale? la suddivisione tra morti, dispersi, morti in seguito alla guerra è classico e mi ricorda che anche mia madre, oggi quasi novantenne, mi parlava quand'ero piccolo del suo papà morto nel 1923 per le conseguenze della guerra e allora io non capivo.

Qui, naturalmente trovo il grimper carbongreg che ci tiene a dire che lui, lui si, la donna che ha intravisto sulla strada, l'ha tenuta bene lontana! Dopo questa prova di msacolinità si riparte per Bosco dove arriviamo in poco tempo. Qui sembra l'unico posto della lessinia dove c'è un po' di movimento ma noi non ci fermiano e tiriamo dritti dopo una breve sosta sotto la casa degli Stimatini: doping e via!
Mi fermo poco dopo per fare delle foto perchè anche se il tempo non è dei migliori i colori dell'autunno sugli alberi sono sempre affascinanti e con i potenti mezzi ricchi di pixel catturiamo un po' di bellezza. Erbezzo con il suo campanile compare e scompare alla vista per poi scomparire del tutto quando si scende giù nella valle dove alla fine un ponte ci porta sull'altra sponda e si risale fino al paese che con Velo condivide il dono del silenzio e della malinconia.

Faccio un giro per il centro dove non c'è proprio nessuno e torno indietro fino a parcheggiare alla Stua, mitico ristorante , dove mi attende il Greg. La vista sul Baldo è bellissima anche se cìè un po' di foschia, davanti a noi più in basso sant'Anna d'Alfaedo. Fa freddo anche se è l'una ed entriamo nella sala da pranzo dove troneggia una stufa enorme dalla forma strana sulla quale mi riscaldo le mani un po' infreddolite (guanti estivi!!). Prendiamo posto davanti ad un finetrone dove possimao ammirare il Baldo e tenere sott'occhio le bici fuori, non si sa mai!
Sotto il tavolo la base è un quadratone di legno dove appoggiamo i nostri fetoni una volta tolte le scarpette da ciclismo e questo è un valore aggiunto quando si hanno i piedi gelati!
L'aria è molto alto adige e anche i cibi sono molto ricchi: noi ci "limitiamo" ad un bis di primi (ottimi), e adun secondo condiviso di carne salà (sufficiente), bene anche il dolce: non ci facciamo mancar niente ma ce lo meritiamo, o almeno pensiamo così.

In poco tempo la sala si riempie di famiglie e coppie con bambini: sembra domenica.
Ma dopo aver riempito la panza e scaldate le mani e i piedi ci restano altri 30 km di strada e si torna fuori dove non è chiaro se la temperatura esterna si è alzata oppure se è un effetto di quella interna dopo il carico gastronomico!

Si scende lisci e veloci, almeno io, e siamo a casa presto: in Tv ci sarà un po' di sport da vedere dopo una meritata doccia calda.

GBX